Requisiti per Aprire uno Studio Professionale di Psicologia: Guida Completa

Se sei in procinto di aprire uno studio professionale di Psicologia sai bene che ci sono dei requisiti specifici per farlo. Quella dello psicologo è una professione sanitaria fortemente regolamentata con un percorso molto specifico che inizia con la comunicazione di inizio attività

Nel mondo di oggi molti si improvvisano psicologi o psicoterapeuti, dopo aver seguito magari dei percorsi online non riconosciuti magari definendosi coach ma lavorando a tutti gli effetti come uno psicologo non ufficiale.

Va ricordato in questo senso che questo comporta grossi rischi. L’articolo 348 del Codice Penale stabilisce che “esercitare abusivamente una professione per la quale è richiesta una speciale abilitazione dello Stato è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da euro 10.000 a euro 50.000”.

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Requisiti Formativi e Abilitativi

Titolo di Studio Necessario

Il primo passo per diventare psicologi è ovviamente quello di conseguire una laurea in psicologia, ovviamente. Nello specifico c’è bisogno di una laurea specialistica o, con il vecchio ordinamento, di una laurea quinquennale (classi LM 51 o 58/2).

Se sei in possesso del titolo triennale, pur avendo il titolo di dottore in Psicologia, non potrai esercitare la professione direttamente, ma potrai lavorare presso strutture pubbliche e private, nel campo dell’educazione, socio sanitario, risorse umane o a supporto di psicologi abilitati. Questo ruolo è riconosciuto come quello di psicologo junior, e richiede comunque l’iscrizione all’Albo degli Psicologi.

Dall’anno scolastico 2023/2024 i requisiti in termini di esame di stato e tirocinio sono cambiati in virtù della Legge n. 163/2021. Questo implica che da quell’anno in poi, i laureati sono in possesso di una laurea magistrale abilitante che non richiede un esame di Stato. Inoltre il tirocinio da post-laurea diventa curriculare, quindi effettuato durante il percorso di laurea magistrale.

Esame di Stato e Iscrizione all’Albo

Esame di Stato e Iscrizione all’Albo
Esame di Stato e Iscrizione all’Albo

Chi si è laureato prima del 2024 invece deve sostenere l’esame di Stato. 

Questo consiste in una prova orale su questioni teorico-pratiche legate all’attività svolta durante il tirocinio professionale, oltre che su aspetti riguardanti la legislazione e la deontologia professionale. Il tutto è regolamentato dal decreto attuativo dell’articolo 7, comma 2, della legge 8 novembre 2021, n. 163.

Per sostenere l’esame di Stato per l’abilitazione alla professione di psicologo (sezione A dell’Albo) o di psicologo iunior (sezione B dell’Albo), i laureati devono presentare un attestato rilasciato dalla segreteria della propria facoltà che certifica l’avvenuto svolgimento del tirocinio professionale come previsto dall’art. 52, comma 2, del DPR n. 328/2001.

Una volta superato l’esame (entro 30 giorni) o in possesso della nuova laurea abilitante, dovrai iscriverti all’Ordine degli Psicologi nella tua regione di residenza o domicilio. La procedura richiede di compilare un modulo di domanda al quale vanno allegati alcuni documenti:

  • marca da bollo da € 16,00 da apporre in alto alla domanda;
  • due foto tessera;
  • ricevuta del versamento della tassa sulle concessioni governative di € 168,00 effettuato sul c/c postale 8003 intestato a “Agenzie delle Entrate – Centro Operativo di Pescara”, causale: 8617, tipo di versamento: Rilascio;
  • ricevuta della quota associativa per l’anno in corso di € 70,00 pagabile su PagoPA
  • fotocopia del proprio documento di identità;
  • fotocopia del codice fiscale.

Prima di preparare il tutto conviene consultare il sito dell’Ordine degli Psicologi corrispondente alla propria regione, in quanto in alcuni casi possono esserci piccole differenze, ad esempio alcune sedi esigono il versamento di diritti di segreteria, altri no.

Se tutti i documenti sono in regola, sarai ufficialmente iscritto nell’Albo alla prima seduta del consiglio e comunque non oltre 60 giorni dalla presentazione della domanda ed entro 20 giorni dall’avvenuta iscrizione riceverai notifica ufficiale per raccomandata.

Requisiti Burocratici

Apertura della Partita IVA

Apertura della Partita IVA per Psicologi
Apertura della Partita IVA per Psicologi

Il primo adempimento burocratico è aprire una partita IVA come psicologo.

Bisogna  rivolgersi all’Agenzia delle Entrate, di persona o online tramite SPID o Carta d’Identità Elettronica. Occorre compilare il Modulo AA9/12, avendo a disposizione un documento d’identità e la tessera sanitaria. Nel modulo si indicano i dati anagrafici, la sede dell’attività, il codice ATECO (86.90.30 per gli psicologi) e il regime fiscale prescelto.

La scelta tra regime forfettario e ordinario è molto importante. Il regime forfettario, valido per chi fattura fino a 85.000 €, offre vantaggi come la gestione semplificata della contabilità (senza IVA) e una tassazione fissa al 15%. È ideale per chi inizia e ha costi contenuti, dato che non consente di dedurre le spese.

Il regime ordinario, invece, comporta una tassazione progressiva e una contabilità più complessa (tenuta di libri contabili, IVA e ritenuta d’acconto), ma consente di dedurre molte spese legate all’attività (affitto, utenze, corsi, pubblicità). È consigliabile per chi prevede di fare investimenti rilevanti o di avere fatturati elevati e numerose spese operative.

In sintesi, il regime forfettario è più adatto a chi si avvia con cautela, mentre il regime ordinario può essere vantaggioso per chi intende fare investimenti importanti fin da subito.

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Iscrizione all’ENPAP

Quando avvii la tua attività come psicologo professionista hai l’obbligo di iscriversi all’ENPAP (Ente Nazionale di Previdenza ed Assistenza per gli Psicologi). L’ENPAP offre prestazioni pensionistiche e servizi di assistenza come sussidi in caso di infortunio, malattia o maternità.

Per iscriverti, dovrai avere a disposizione:

  • Il numero di iscrizione all’Albo degli Psicologi (sezione A o B).
  • La partita IVA.
  • Dati personali e professionali (indirizzo, contatti).

L’iscrizione avviene online sul sito ufficiale dell’ENPAP. Gli psicologi devono versare tre tipi di contributi all’ENPAP:

  • Contributo soggettivo: 10% del reddito netto, con un minimo di circa 880 euro nel 2024, anche in caso di reddito basso o nullo. Può essere aumentato volontariamente fino al 30%.
  • Contributo integrativo: 2% sui compensi lordi fatturati.
  • Contributo di maternità: quota fissa, stabilita a 130 euro per il 2023 (importo per il 2024 ancora da comunicare).

Per gli under 35 o per chi è iscritto da meno di tre anni, c’è una riduzione del 50% sul contributo minimo.

Assicurazione Professionale

Assicurazione Professionale per Psicologi
Assicurazione Professionale per Psicologi

Dal 15 agosto 2014 è obbligatorio ( D.P.R. 137/2012) avere una polizza di Responsabilità Civile Professionale (RC) per tutti gli psicologi e i dottori in Scienze psicologiche iscritti all’Albo, sia liberi professionisti sia membri di studi associati o società.

La polizza protegge da richieste di risarcimento legate a errori, negligenze o omissioni professionali commesse involontariamente, e copre anche le spese legali fino al 25% del massimale scelto. Le aree coperte includono l’uso di strumenti diagnostici, attività di riabilitazione e sostegno in comunità, e la psicoterapia (se abilitati).

Per fare un esempio pratico, immaginiamo uno psicologo che, durante una seduta, fornisce una valutazione diagnostica errata a un paziente. Questi errori possono capitare, nessuno è perfetto. Ci possono essere diverse cause per un errore di questo tipo ad esempio il professionista era in uno stato psico-fisico inadatto, come prima di ammalarsi o dopo una convalescenza, aveva subito un forte stress emotivo o magari era il paziente che non era stato del tutto sincero nel descrivere la sua situazione.

A causa di questa diagnosi sbagliata, il paziente intraprende un percorso di terapia inadatto, che peggiora il suo stato emotivo o psicologico. Successivamente, il paziente potrebbe chiedere un risarcimento per danni subiti a causa di quell’errore professionale.

Ecco che qui interviene l’assicurazione a coprire le spese legali ed eventuali risarcimenti danni.

Obbligo della PEC

Per i professionisti iscritti all’Albo è obbligatorio l’uso della PEC per le comunicazioni ufficiali.  Non averla sembra una piccola leggerezza ma può comportare sanzioni presso l’Ordine di appartenenza che possono anche determinare l’espulsione.

Avere una PEC è semplice ed economico, in media si paga una decina di euro all’anno e basta veramente poco per configurarla, ci sono tantissimi fornitori di PEC sul mercato per cui è impossibile trovare difficoltà a crearne una. Si tratta di un adempimento semplice.

Requisiti Strutturali e Normativi dello Studio

Localizzazione e Affitto dello Studio

Localizzazione e Affitto dello Studio
Localizzazione e Affitto dello Studio

La scelta della localizzazione dello studio professionale di Psicologia è una scelta molto importante per il futuro della tua professione. Il luogo in cui riceverai i pazienti è vitale quanto più si è nuovi e poco conosciuti: le persone farebbero centinaia di chilometri per andare a visita da un professionista famoso, consigliato da tantissime altre persone, ma allo stesso tempo possono scoraggiarsi alla prima visita, se il tuo studio si trova troppo fuori mano, in una zona poco gradevole della città o troppo caotica.

Questo non significa per forza che devi trovarti uno studio in centro, in un palazzo barocco dagli affitti carissimi, ma devi trovare uno studio che offra il giusto compromesso tra raggiungibilità, collegamenti con strade principali o aree frequentate (come ad esempio una zona di negozi ed uffici) e ciliegine sulla torta come trovare facilmente parcheggio.

Più è facile raggiungere lo studio, più sono gradevoli le zone circostanti, più facile sarà attirare clienti e farli restare.

Se all’inizio non sei sicuro di quanti pazienti puoi avere e quindi non vuoi o non puoi investire in un affitto a lungo termine, potresti rivolgerti a degli uffici ad ore. Questa potrebbe essere una scelta conveniente perché di solito sono situati in zone comode, in strutture nuove ed offrono servizi extra come portineria o segretariato per ricevere le persone. Il tutto con dei costi ad ore che variano in base ai pacchetti ed ai servizi acquistati.

Potrebbe essere un’ottima strategia per chi inizia: concentrare gli appuntamenti in determinati giorni ed orari usando studi ad ore, in modo che lo studio sia un costo pienamente ammortizzato, e impiegare il resto del tempo magari offrendo ai pazienti supporto in videoconferenza in una stanza da casa.

Questo tipo di flessibilità oggi rende possibile lavorare a chi non ha la possibilità di investire in una sede operativa e di rappresentanza ottimale.

Nella maggioranza delle regioni italiane non ci sono specifici requisiti normativi per gli studi degli psicologi, essendo permessa anche l’uso di uno studio presso la propria abitazione.

In Lombardia invece l’Ordine degli Psicologi e l’Azienda Tutela della Salute impongono agli psicologi dei requisiti generici e specifici:

  • I locali possono avere una destinazione d’uso residenziale o commerciale
  • I locali devono essere stati dichiarati agibili (certificato comunale o attestazione del
  • professionista abilitato)
  • L’agibilità presuppone il possesso di tutti i requisiti strutturali e impiantistici, urbanistici,
  • edilizi, in materia di barriere architettoniche, igienico-sanitari e pertanto (in assenza di
  • interventi successivi) ha valore per l’esercizio dell’attività professionale.

Requisiti strutturali specifici

Requisiti strutturali specifici dello Studio per Psicologi
Requisiti strutturali specifici dello Studio per Psicologi

Devono essere presenti:

  • una sala colloqui/visita di superficie adeguata per l’erogazione della prestazione prevista e tale da garantire il rispetto della privacy anche mediante adeguato isolamento acustico;
  • uno spazio/locale per l’attesa se necessario in base alle modalità di ricevimento ed organizzazione del lavoro in ogni caso garantendo rispetto della privacy e dell’accoglienza dei pazienti;
  • un servizio igienico accessibile sia per il/la professionista sia per l’utenza. L’accesso al servizio igienico deve essere sempre disimpegnato tramite antibagno e l’antibagno deve essere accessibile dallo spazio di attesa ove presente;
  • i locali devono avere idonea aerazione naturale o, in alternativa, idoneo sistema di ricambio dell’aria;
  • l’arredo deve essere adeguato all’attività svolta e garantire una facile pulizia;
  • Igiene delle mani e igienizzazione delle superfici come da nota Regionale Prot. 55362/22 del 17/05/2022.

Questo vale, almeno al momento, solo per chi esercita nella Regione Lombardia.

Codice Deontologico degli Psicologi

Tutti gli iscritti all’Albo degli Psicologi devono attenersi al Codice Deontologico delle Psicologhe e degli Psicologi Italiani (approfondisci qui). Il codice regola la condotta ed i valori che devono guidare l’operato dei professionisti. 

Eccone i capisaldi:

Rispetto della dignità e dei diritti umani: Lo psicologo è tenuto a rispettare la dignità, l’autonomia e i diritti di ogni individuo, senza alcuna discriminazione basata su etnia, genere, religione, orientamento sessuale, o altre differenze personali.

Competenza e aggiornamento professionale: Gli psicologi devono svolgere la loro attività con competenza, basata su un continuo aggiornamento professionale e scientifico. Devono limitarsi agli ambiti in cui hanno acquisito una competenza adeguata.

Responsabilità: Lo psicologo è responsabile delle proprie azioni professionali e deve evitare comportamenti che possano danneggiare i pazienti o le persone con cui interagisce professionalmente.

Tutela della privacy e riservatezza: Il rispetto della privacy è essenziale. Lo psicologo deve garantire la protezione delle informazioni personali e sensibili dei pazienti, utilizzandole solo a fini professionali e con il consenso informato del cliente. Deve inoltre assicurarsi che i dati raccolti siano gestiti secondo le normative vigenti sulla protezione dei dati personali (es. GDPR).

Trasparenza e chiarezza: Lo psicologo ha il dovere di essere chiaro e trasparente nelle comunicazioni con i pazienti, spiegando in modo comprensibile la natura degli interventi, i possibili effetti, i costi e le modalità di trattamento.

Prevenzione del conflitto di interessi: Lo psicologo deve evitare situazioni in cui i suoi interessi personali o professionali possano influenzare negativamente la relazione terapeutica o la qualità dell’intervento.

Costi e Considerazioni Economiche

Costi Fissi e Variabili

Come tutte le attività, i costi di uno studio professionale di psicologia, si dividono in fissi e variabili.

I costi fissi sono quelli che appunto sono facilmente prevedibili. 

  • quote previdenziali ENPAP 
  • costi dell’Assicurazione Professionale
  • costi legati alla sede (eventuali affitti, utenze ecc)
  • costi del commercialista
  • acquisto di strumenti elettronici (computer, stampanti)
  • costi di eventuali campagne di marketing e pubblicità
  • corsi di formazione 
  • costi di eventuali dipendenti o collaboratori

I costi variabili invece sono quelli legati al consumo di materiali (carta e inchiostro per la stampante, penne, block notes…) o anche alla manutenzione eventuale dei dispositivi (il pc o la stampante possono rompersi o meno) così come sono costi variabili eventuali percentuali corrisposte a piattaforma online o ad altre strutture che ci permettono di avere o gestire i pazienti.

Pianificazione Economica

Pianificazione Economica per l'apertura di uno Studio per Psicologi
Pianificazione Economica per l’apertura di uno Studio per Psicologi

Una volta compresa la differenza tra costi fissi o variabili, andiamo a parlare di pianificazione economica.

Con l’abolizione del tariffario nazionale nel 2012 ( sostituito da dei suggerimenti) lo psicologo può decidere liberamente il prezzo dei servizi offerti. 

Ovviamente se stai aprendo adesso il tuo studio professionale di Psicologia, dovrai cercare di contenere i prezzi e stare nella media di mercato, facendo una ricerca tra i prezzi dei tuoi colleghi nella tua Provincia o in base alle competenze e alle aree di specializzazione.

Certamente uno psicologo conosciuto, che magari vanta docenze, collaborazioni con aziende importanti e/o clienti famosi, presenze nei media o grande seguito sui social, troverà persone più ben disposte a pagare tariffari più elevati, così come probabilmente uno psicologo meno “famoso” ma specializzato in aree e terapie molto ricercate ma rare in un determinato territorio.

Una base per stabilire la base delle tariffe del tuo studio professionale di Psicologia è calcolare la somma dei costi fissi.

Successivamente devi impostare un obiettivo realistico di reddito desiderato per il primo anno (che ovviamente deve essere superiore ai costi fissi). La somma di questi valori deve poi essere divisa per il totale di ore lavorative annuali. 

Ad esempio, stimando 230 giorni lavorativi annuali, considerando festivi e meritato riposo, ci sono circa 1380 ore di lavoro all’anno. 

Il risultato della somma tra costi fissi e reddito desiderato, diviso per ore lavorative ti darà la base per la tua tariffa oraria.

Non ti resta che controllare se è in linea con le aspettative del mercato di riferimento e pianificare in questo modo tariffe ed investimenti.

La parte in cui dovrai investire di più all’inizio sarà quella legata alla promozione del tuo studio professionale di Psicologia. Senza attività di marketing, pubblicità e comunicazione difficilmente avrai abbastanza pazienti per raggiungere i tuoi obiettivi.

5 commenti

  1. Articolo davvero utile e chiaro! Non sapevo ci fossero così tanti requisiti per aprire uno studio professionale da psicologo. È importante essere consapevoli di tutti i passaggi burocratici, specialmente l’apertura della Partita IVA e l’iscrizione all’Ordine. Interessante anche la spiegazione sul percorso di abilitazione, soprattutto con le novità per i laureati dopo il 2024. Grazie per le informazioni dettagliate, ora mi sento più preparato per iniziare il mio percorso professionale!

  2. Se decido di aprire uno studio psicologico in casa, devo necessariamente modificare la destinazione d’uso dell’immobile o ci sono delle eccezioni che permettono di evitare questo passaggio? Grazie in anticipo!

    • No, non è necessario modificare la destinazione d’uso dell’immobile se decidi di aprire uno studio psicologico in casa. Puoi utilizzare parte della tua abitazione per uso promiscuo, ossia sia come residenza che come studio professionale, senza dover passare a una classificazione catastale di tipo commerciale. Tuttavia, ti consiglio di verificare sempre le normative locali e regionali, perché potrebbero esserci delle differenze in base al comune di residenza. Spero di averti chiarito il dubbio

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